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VOLANTINAGGIO FIM PER DIRE NO A UNO SCIOPERO SOLO POLITICO

È necessario evitare semplificazioni e giudizi sommari sulla riforma del lavoro, per aprire invece una fase di discussione con il governo, in vista dei decreti attuativi, per affrontare concretamente gli aspetti problematici. Non possiamo sfuggire dal nostro ruolo sindacale: ottenere le garanzie e le tutele per i lavoratori sono i nostri obiettivi.

Chi sciopera lo fa per motivi politici. Per le eterne divisioni della sinistra strumentalizzando i lavoratori per far nascere nuovi partiti e per questo hanno grande spazio in ogni tv, radio e giornali.

Per portare a conoscenza i lavoratori dei reali contenuti del Jobs Act e delle richieste della Cisl la Fim di Ferrara ha organizzato in questi giorni un volantinaggio davanti alle aziende più grandi del ferrarese.

La FIM  ribadisce che è illusorio attendersi effetti “miracolistici” sull’occupazione dalle regole sul mercato del lavoro. L’occupazione può crescere solo se ripartono gli investimenti e i progetti industriali. LA FIM già il 30 settembre, con una manifestazione davanti al Parlamento, ha dato la sveglia governo. Il lavoro si crea difendendo e rilanciando l’industria. in 10 anni vi sono state 5 riforme del mercato del lavoro che hanno creato 0 posti di lavoro.

IL JOBS ACT CONTIENE ALCUNE SCELTE POSITIVE:

–       superare alcune forme di contratto precario, ed in particolare quelle tipologie finte autonome utilizzate in sostituzione del lavoro dipendente, come l’associazione in partecipazione, le collaborazioni coordinate e continuative, e le false partite IVA;

–       creare un sistema di ammortizzatori sociali a carattere universalistico a valere anche per i lavoratori  delle piccole aziende e per i parasubordinati;

–       forte sgravio di costi per le assunzioni a tempo indeterminato. Tuttavia per avere effetti significativi è necessario estenderne la durata e chiarire che deve trattarsi di occupazione aggiuntiva;

–       rafforzamento dei contratti di solidarietà espansivi, oltre a quelli difensivi, per distribuire il lavoro e favorire le assunzioni attraverso la riduzione dell’orario;

–       più efficaci politiche attive del lavoro fruibili in ogni area del paese, attraverso il coordinamento tra sistema pubblico (prevalente e di riferimento), privato e bilaterale, finalizzato alla ricerca di soluzioni occupazionali di fronte alla perdita del lavoro.

E ASPETTI PROBLEMATICI:

–       le regole sull’art. 18 per i nuovi assunti con il contratto a tutele crescenti devono essere precisate e definite solo in via transitoria nella fase di ingresso al lavoro.

Per una valutazione più attenta, va tuttavia tenuto presente che già oggi per ragioni economiche sono in corso licenziamenti (dal 2009 ad oggi 600.000) e tutti o quasi avevano la tutela dell’art. 18.

–       la revisione della disciplina su mansioni e demansionamento e sui controlli a distanza deve conservare la funzione della contrattazione e evitare che  si perdano importanti aspetti di tutela del lavoratore.

–       va definito con attenzione il processo di riforma degli ammortizzatori sociali per evitare che si riduca il sostegno ai lavoratori nelle situazioni di crisi e nelle cessazioni di attività.

PER QUESTI MOTIVI è NECESSARIO EVITARE SEMPLIFICAZIONI E GIUDIZI SOMMARI SULLA RIFORMA DEL LAVORO, PER APRIRE INVECE UNA FASE DI DISCUSSIONE CON IL GOVERNO, IN VISTA DEI DECRETI ATTUATIVI, PER AFFRONTARE CONCRETAMENTE GLI ASPETTI PROBLEMATICI. NON POSSIAMO SFUGGIRE DAL NOSTRO RUOLO SINDACALE: OTTENERE LE GARANZIE E LE TUTELE PER I LAVORATORI SONO I NOSTRI OBIETTIVI.

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